In occasione del cambio di comando dell’Aviazione dell’Esercito ho sentito il desiderio di riportare in poche righe il mio personale augurio al Generale Stefanini, che dal primo marzo ha lasciato il comando dell’Aves per andare a ricoprire il prestigioso incarico di Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito.

Il Generale Enzo Stefanini (al centro della foto)
Il Generale Enzo Stefanini (al centro della foto)

Premetto che l’Aviazione dell’Esercito, attraverso le varie trattazioni e pubblicazioni del settore, è considerata da sempre un’importante realtà operativa che negli anni ha svolto la propria attività silenziosa ma indispensabile venendo impiegata nei vari Teatri Operativi che a partire dagli anni ottanta ha visto le nostre Forze Armate protagoniste; faccio riferimento alle missioni (anche sotto l’egida dell’ONU) in cui i baschi azzurri hanno volato quali:

  • UNIFIL LIBANO
  • NAMIBIA
  • MOZAMBICO
  • ALBANIA
  • KURDISTAN
  • SOMALIA
  • KOSSOVO
  • IRAQ
  • AFGHANISTAN

senza dimenticare la missione che l’allora Aviazione Leggera dell’Esercito svolse sul tetto del mondo in occasione della spedizione alpinistica denominata EVEREST 1973 che le permise di ottenere il record di altitudine raggiunto da un elicottero AB205 di serie (quota raggiunta mt 6500).

Tutto questo oltre all’impegno che quotidianamente vede equipaggi e aeromobili dell’Aves impiegati nelle varie “campagne antincendio” o in occasioni delle calamità naturali che hanno fatto scempio della nostra penisola.

Ovviamente le continue evoluzioni geo politiche e relative crisi economiche hanno reso necessario il dovuto ammodernamento delle dottrine operative dell’Aves, che divenuta una moderna e affidabile compagine operativa, impiega oggi aeromobili meno numerosi ma più prestanti a migliaia di chilometri dal suolo italico richiedendo una formazione professionale adeguata degli equipaggi e del personale di mantenimento; ritengo che proprio la figura del Generale Stefanini attraverso la Sua preparazione operativa sul campo sia stata la giusta scelta per le evoluzioni richieste insomma l’uomo giusto al posto giusto e al momento giusto.

Nel 2006 ebbi la possibilità di essere finalmente ospite, quale fotoreporter, della base Chelotti di Viterbo arrivando a conoscere, direttamente, la realtà istituzionale e operativa del Centro Aviazione dell’Esercito compresi i vari valenti istruttori che impiegando anche i diversi simulatori di volo presenti implementano continuamente gli equipaggi assegnati. Durante la sessione fotografica presso il Centro fui testimone diretto dell’attività di Pilota Istruttore ed Esaminatore che il Generale Stefanini in persona stava svolgendo a bordo di un AB205; avendo già avuto la possibilità di leggere il pensiero e la valenza del Generale Stefanini immaginai il possibile dialogo intercorso tra il cotanto esaminatore “anziano” e l’allievo che sicuramente non poteva essere uno sterile scambio di freddi comandi ma sicuramente un caloroso continuo scambio “paterno” di istruzioni e rimproveri che andavano a forgiare l’esaminando per un impiego futuro in ogni ambito; insomma un insegnante valente formatosi da una pluriennale esperienza diretta di volo in ogni latitudine e passione aviatoria accompagnata da una capacità di creare i giusti presupposti da implementare in ambito della più giovane specialità dell’Esercito Italiano accogliendo le nuove dottrine NATO per operare al meglio nella terza dimensione. Nelle successive varie visite giornalistiche in ambito AVES con la collaborazione indispensabile di demandati e preziosi ufficiali piloti osservatori di alta professionalità e comunicativa (uno su tutti lo scomparso Col R. Caruso) sono riuscito a conoscere, capire, vivere e documentare le fasi addestrative propedeutiche al moderno impiego di aeromobili ad ala rotante in azioni complesse proprie delle moderne azioni aeromobili (vedi esempio); ho potuto vivere direttamente le prime missioni di assetti appena introdotti in linea che erano la materializzazione delle dottrine in vigore nonché delle idee scaturite dalle tante missioni operative. Missioni in poligono in cui equipaggi dei vari aeromobili operando in formazioni tattiche con profili di volo per me inusuali (al di sotto delle cime degli alberi) depositavano, in completa sicurezza, assetti operativi d’assalto in luoghi prestabili con mezzi di supporto terrestre al seguito (aerotrasportati) impiegando tecniche d’avanguardia. Finalmente ebbi l’onore di intervistare il Generale Comandante Stefanini al comando AVES che dopo una generale illustrazione di quello che AVES è oggi si è parlato di quello che erano i presupposti da osservare e le sfide da affrontare per garantire il giusto supporto alle truppe in teatro operativo in azioni fulminee e risolutive che il mezzo aereo offre oggi, non certo la vecchia visione della difesa della soglia di Gorizia per bloccare le orde di tanks del “patto di Varsavia” di antica memoria; poi si passò ad una schietta chiacchierata in cui potei comprendere come uno strumento così sofisticato possa risultare indispensabile in un ambito sovranazionale in continua evoluzione e soprattutto il perché di scelte non sempre comprese ma lì chiarite. Le difficoltà di svolgere le molteplici compiti assegnati all’ufficio di comando dell’AVES e le risorse umane e materiali impiegate in numerose missioni che hanno costruito con i fatti il vanto di essere all’avanguardia in ambito NATO. Insomma la valenza di equipaggi italiani risultato di investimenti umani e di mezzi che oggi ottengono frutti forse taciuti ma reali, basti pensare alla creazione del 26° REOS, all’introduzione del prezioso strumento del forward medevac nel contingente italiano in Teatro Operativo, l’impiego dell’aggiornato A129 come strumento sofistificato di osservazione sul campo, la generosa presenza operativa del CH47 che ormai quarantenne riesce ovunque a lasciare il segno, all’inedito impiego del moderno NH90 ad Herat. Insomma ritengo di poter dire che attraverso l’impegno profuso in prima persona da parte del Generale Stefanini quale comandante Generale dell’Aviazione dell’Esercito ogni uomo o donna con il basco azzurro possa dirsi veramente al passo con i tempi e dare il prezioso supporto a chiunque abbia necessità di ricevere una mano dal cielo.

Direi inoltre che si potrebbe schematizzare i punti essenziali che in 8 anni di comando ho potuto individuare quali:

  • A129 CBT G19
  • AB412 SIAP
  • AB 205 MEP
  • CH 47C PLUS SIAP
  • NH 90 NEMO CH47F
  • IMPLEMENTAZIONE OPERATIVA DEL FORWARD MEDEVAC
  • CONCETTO APPLICATO REALMENTE DI OPERAZIONI AEROMOBILI
  • APERTURA ALLA STAMPA SPECIALIZZATA

Ha dato lustro e spessore a livello internazionale e in ambito nazionale a coloro che indossano il basco azzurro.

Marco Meschino